Oggi vi parliamo di un libro uscito per Carta canta, che tratta la storia del luppolo italiano legata all'esperienza del suo primo coltivatore Gaetano Pasqui.
A metà tra la ricerca genealogica e il trattato agricolo, il libro non offre molte informazioni, per gli avidi (di informazioni) coltivatori italiani. E' comunque interessante leggere con quanta caparbietà e ingegno un uomo, a metà del XIX secolo sia
riuscito, partendo da alcune varietà selvatiche, a condurre con successo la coltivazione dell' amata pianta.
L'esperimento è stato svolto in quel di Forlì e l'inventiva del Pasqui non si è limitata alla coltivazione dell'humulus lupulus, ma si è ingegnato anche nella progettazione di strumenti che ne facilitassero la coltivazione, vedi leva e impianta pertiche.
In uno dei capitoli si parla anche del confronto infinito tra birra e vino, visto che il figlio l'Ing. Tito Pasqui fu uno dei maggiori sostenitori della bevanda di Bacco di quel tempo. Fu il primo a incorraggiare gli agricoltori nella lotta alla filossera e a migliorare continuativamente i metodi produttivi per raggiungere gli standard dei cugini d'oltralpe.
Un libro di poco più di 90 pagine, che scorre veloce e che lascia al lettore tanta speranza. A tal proposito vi riporto un breve passo letto durante le esequie del protagonista:
"Egli ha lavorato, riposi. Ma non riposate voi giovani a cui si dischiude balda e promettente la vita; fate tacere nell'animo le inquiete passioni, e raccoglietevi nella santa operosità del lavoro, perchè da voi molto aspetta la Patria. Ne vi scoraggino gli ostacoli o la sfiducia nelle vostre forze... Ricompensate la virtù imitandolo..."
Su cosa si aspetta la Patria e su cosa dovrebbero aspettarsi i giovani da Lei è argomento molto attuale, ma questo è un altro discorso...
Nessun commento:
Posta un commento