tempi di ricevere richieste di informazioni su come iniziare l'attività di birrificio agricolo.
Premesso che non ci riteniamo all'altezza
di fornire questo tipo di informazioni ci
siamo affidati ad una guida di alto
livello che espleta questo tipo di
richieste ogni giorno professionalmente.
Di seguito troverete l'intervista con la
dott.ssa Franz Paola una consulente che
cura e segue le pratiche igienico sanitari
di birrifici e non solo.
Buona lettura.
Il prodotto birra agricola é una delle ultime novità del settore. Ci racconta gli sviluppi recenti dal punto di vista legislativo?
Il prodotto birra agricola
come prodotto trasformato connesso all’attività agricola è stato inserito
nell’elenco ufficiale con decreto del Ministero dell’economia 5 agosto 2010,
prevedendo la produzione di malto e birra.
Si tratta del decreto ministeriale previsto con
cadenza biennale (il precedente è del 11 luglio 2007 che ha avuto effetto per i periodi
d’imposta 2008 e 2009) mediante il
quale vengono elencati i beni che, se ottenuti nell’ambito della attività di
manipolazione e trasformazione di prodotti agricoli ottenuti prevalentemente
dal fondo o dal’allevamento, rientrano nella tariffa catastale agevolata. Significa
che il maggior reddito derivante dalla lavorazione dei prodotti agricoli non è
soggetto ad alcuna tassazione e riguarda le persone fisiche, società semplici
ed enti non commerciali. L’inserimento era
dovuto, tenuto conto che i prodotti alcolici da sempre sono considerati
agricoli come il vino e quindi del tutto coerente l’inserimento anche della
birra, così come anche altri prodotti di
nuovo inserimento che a tutti gli effetti sono considerati ora agricoli come il
pane, grappa, altri vini a base di frutta.
Si tratta di
un'opportunità, in particolare, per le imprese agricole impegnate nella
coltivazione del grano soprattutto se coinvolte nell'attività agrituristica e
di vendita diretta, che possono così trovare una importante occasione di
integrazione del proprio reddito.
Molti tra gli interessati hanno conosciuto la birra
artigianale producendola in casa. Quali adeguamenti sono richiesti, dal punto
di vista impiantistico, per passare da produttore di birra casalinga a birra
agricola?
Da un punto di vista impiantistico, secondo me, il vincolo maggiore deriva
dalla normativa fiscale (Agenzia delle Dogane – ex-UTIF) relativa alle accise
di produzione birre da versare, a questo proposito l’impianto deve disporre di
apposito conta litri o altro misuratore di energia per la produzione che deve
essere sigillato dalla Agenzia delle Dogane (ex UTIF). Per semplificare
l’adempimento del magazzino fiscale del prodotto birra, è uscita una recente normativa
“direttoriale dell’Agenzia delle Dogane (n°140839 del 4/12/2013) con entrata in
vigore il 4/2/2014, che disciplina queste nuove realtà dei microbirrifici (con produzione
annua < 10.000hl) inclusi anche
quelli agricoli. Prima il microbirrificio era considerato e sottoposto alla
stessa normativa dell’industria birraia che produce quantitativi ben
superiori
a 10.000 hl. Da non dimenticare un altro vincolo per godere delle agevolazione
fiscali specifiche per il mondo agricolo e cioè che le materie prime ( in
questo caso orzo o anche luppolo) devono derivare da proprie produzioni almeno
per almeno il 51%.
Contalitri fiscale |
Quali sono invece i requisiti dei locali di produzione,
dal punto di vista igienico sanitario?
Da un punto di vista igienico sanitario i requisiti sono quelli previsti
per qualsiasi attività alimentare, cioè quelli previsti nell’allegato II del
Reg 852/2004, quindi rimando al suddetto Regolamento per i dettagli.
Ci sono delle dimensioni o numero di ambienti minimi, per
legge, per poter intraprendere la produzione di birra? Laboratorio dimensionato alla capacità produttiva
dei fermentatori, dell’impianto, inoltre
deve essereci il bagno con antibagno e spogliatoio per l’addetto le cui
dimensioni dipendono dal n° degli addetti, magazzino prodotti finiti, magazzino
materie prime e imballaggi, zona imbottigliamento.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontra un'azienda
agricola nel diventare produttore di birra?
Disponibilità di capitali da investire per i
locali, attrezzare i locali con impianti anche se piccoli, e accessori vari. La
burocrazia sia per la parte di autorizzazione sanitaria per l’idoneità dei
locali da un punto di vista igienico-sanitario, che non sempre come viene
realizzata la planimetria con lay-out del flusso produttivo trova consenso da
parte degli uffici competenti e quindi ciò crea lungaggini nell’avvio, sia da parte
dell’Agenzia delle Dogane per la serie di ottemperanze, anche se adesso molto
semplificate con la recente normativa di cui sopra, previste per il controllo fiscale della produzione di
alcolici su cui calcolare le accise.
Si sta assistendo ultimamente alla nascita di consorzi e
rete di imprese per supplire al problema dell'ottenimento del malto, a partire
dall'orzo aziendale. Che idea si é fatta a riguardo, ritiene sia questa la via
migliore?
L’idea dei consorzi e sistemi di cooperazioni
rappresentano il futuro, in vista anche della razionalizzazione e contenimento
dei costi, tempi burocratici e per sopravvivere alla forte competitività. In
particolare riporto l’esperienza degli agriturismi (Associazione Turismo verde
CIA) della provincia di Treviso, le aziende agrituristiche interessate si sono
consorziate per la produzione della
birra agricola esternamente presso un microbirrificio, conferendo le loro
materie prime almeno al 51% e il resto acquistandolo, elaborando una loro
etichetta comune. In questo modo, ovviando alla realizzazione di un
microbirrificio agricolo con i relativi costi e burocrazia, sopperendo anche
alla eventuali necessità di materie prime.
Con la nascita degli agriturismo, si é visto il
proliferare di ristoranti che sono diventate aziende agricole e di aziende
agricole che hanno istituito dei veri e propri ristoranti che hanno poco da
spartire con le aziende agricole originarie. Ritiene che sia un rischio che
corre anche la birra agricola?
Il prodotto birra per il mondo agricolo è qualcosa
di nuovo, tante aziende agricola sono alla ricerca di informazioni, di voglia
di lanciarsi in questo nuovo business, nell’ottica di diversificare. La
possibilità a livello normativo è stata offerta di recente, con la nuova
normativa di cui sopra (della Agenzia delle Dogane) relativa ai micro birrifici
< 10.000hl. Stiamo a vedere le evoluzioni, legate molto alla disponibilità
di capitali da investire da parte delle aziende agricole.
Può riassumerci in punti le adempienze che un'azienda
agricola deve svolgere per diventare birrificio?
In breve, autorizzazione sanitaria che comporta avere
a disposizione locali idonei da un punto di vista igienico-
sanitario con un
lay-out produttivo cosiddetto “a marcia
avanti o unidirezionale, nel senso che le varie fasi produttive non devono
incrociarsi; ciò comporta costruzione ex-novo di strutture con locali oppure
adeguamento di locali esistenti, di conseguenza concessioni edilizie comunali.
Poi c’è l’aspetto relativo agli scarichi reflui in particolare derivanti da
lavaggio impianti, valutazione delle modalità se con allacciamento in fognatura
o tramite sistema con vasche di raccolta e poi smaltimento reflui di lavaggio
tramite ditta autorizzata, che se la struttura già esiste possono essere
necessari interventi strutturali di modifica dell’esistente. Non ultimo l’UTIF
(Agenzia delle Dogane) che sulla base della nuova normativa in vigore dal 4/2/2014
sono state introdotte delle semplificazioni per i microbirrifici, richiedendo
solo un’apparecchiatura per il conteggio della produzione su cui vengono posti
i sigilli per il calcolo delle accise. Sempre a questo proposito (UTIF) c’è
l’invio che a breve sarà solo telematico dei registri di carico e scarico di
produzione, quindi bisognerà che l’azienda agricola si doti di idonei supporti
telematici.
Layout fabbrica di birra |
Tra i birrifici artigianali sono sorte attività che non
prevedono la produzione ma soltanto la commercializzazione. Sono previste
digressioni simili anche per birrifici agricoli?
Perché no, la mera commercializzazione del prodotto agricolo “birra”,
potrebbe essere affidata ad un consorzio costituito da aziende agricole,
bisogna vedere come si evolvono i mercati, le normative, le esigenze dei
consumatori, ecc
Per chi fosse interessato ad approfondire il tema come
può contattarLa e che tipo di consulenza offre?
Può contattarmi via mail (paolafranz68.pf@gmail.com).La mia consulenza è di tipo igienico-sanitario, elaborazione
di piani di autocontrollo (HACCP) con espletamento anche delle pratiche
per autorizzazione sanitaria, gestione rapporti con i controlli ufficiali,
pratiche relative alle autorizzazione reflui,
pratiche di denuncia attività presso UTIF per le birre, varie ed
eventuali.
Ringraziamo
la Dott.ssa Franz per la disponibilità accordataci e per aver accettato
di condividere tutte queste informazioni con noi.
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