Vorremmo con questo post aprire una serie di contributi sulla coltivazione della luppolo in Italia.
Abbiamo inviato ad alcuni amici, professionisti e non, poche domande per conoscere la loro esperienza e sapere come è andata la stagione appena terminata.
Luppoleto sperimentale a Fiume Veneto |
Bando alle ciance quindi e lasciamo la parola ad Elena Valent e Federico Capone di Cirmont, che ringraziamo per la disponibilità.
La coltivazione del luppolo da birra rientra in un progetto finanziato dalla regione Friuli Venezia Giulia L.R. n 17, chiamato FuturBioErbe.
Lo scopo del progetto è quello di testare, mettere a punto e migliorare le tecniche agronomiche per la coltivazione di alcune specie, anche spontanee, molto apprezzate a livello regionale o a tutela della biodiversità.
Il luppolo rientra in un discorso di produzione locale e creazione di una filiera produttiva.
Area geografica del luppoleto: Fiume Veneto (PN)
N° di piante: 100 piante totali – 10 piante di 10 varietà diverse (Teettinanger, Hallertaner magnum, Perle, Opal, Saazer, Norther brevewer, Merkur, Magnum, Saphir e Spalter).
Età delle piante raccolte: Il trapianto è avvenuto in diverse fasi. Le prime 50 piante sono state messe a dimora tra maggio e giugno del 2011, le altre sono state trapiantate in ottobre dello stesso anno.
Metodo di essicazione: I coni sono stati raccolti e messi in stufa ventilata a 47°C, fino al raggiungimento di un grado di umidità attorno al 18%.
Luppolo selvatico in vaso vivaio forestale regionale "Pascul" |
Come é andato il raccolto 2012?
Il 2012 è stato il primo anno di raccolta. Considerando le diverse varietà ci sono state delle differenze di produzione significativamente rilevanti.
Non abbiamo avuto la possibilità di confrontare la produzione con altre realtà in Italia, e stiamo ancora analizzando i dati, comunque mediamente la varietà più produttiva è Hallertauer Magnum, che ha prodotto coni per circa 480g/pianta, la Magnum circa 220g/pianta, mentre le altre varietà hanno registrato mediamente valori attorno i 100g/pianta.
Come é stata l'annata meteorologicamente e come ha influito sulla coltivazione?
L’annata agraria è stata, meteorologicamente parlando, abbastanza strana, molto secca e calda in alcuni periodi dell’anno. Sicuramente le condizioni climatiche hanno influito sulla coltivazione del luppolo. Sono state necessarie 4 irrigazioni di soccorso nel periodo estivo. Questa situazione meteo però ci è stata utile per evidenziare differenze varietali dovute alla resistenza allo stress idrico e quindi anche per effettuare una prima scelta sulle varietà potenzialmente più idonee al
nostro clima. Non si sono riscontrate patologie fungine.
Quali tipi di interventi fitosanitari avete intrapreso?
In Italia non è registrato nessun prodotto da utilizzare sul luppolo, e quindi gli interventi fitosanitari non sono stati possibili. Inoltre il progetto di ricerca “FuturBioErbe” è stato realizzato in regime biologico, quindi escludendo l’uso di prodotti chimici. In alternativa sono state effettuate delle
lavorazioni ad hoc come mezzo preventivo, per esempio pulitura delle piante fino a circa 1m di altezza, taglio dei giovani germogli durante tutto il periodo di accrescimento della pianta,
pirodiserbo). Inoltre come prodotto complementare alla concimazione fogliare, si è ricorsi all’utilizzo di induttori di resistenza verso alcune malattie fungine, ammessi in agricoltura biologica.
Quali varietà hanno offerto le performance migliori e che età hanno le piante?
I dati di produzione sono ancora in fase di analisi statistica, comunque Hallertauer Magnum ha mostrato performance produttive migliori, poi Magnum. Tettnanger, Saaz, Northern brewer hanno
Pianta femminile ottenuta da talea |
Quali invece le peggiori?
Opal, Merkur e Spalter hanno dato le performance peggiori dal punto di vista produttivo, bisogna però considerare che queste varietà sono state trapiantate in ottobre del 2011. Dal punto di vista qualitativo non abbiamo ancora tutte le analisi degli alfa acidi per stabilirne le varietà migliori e peggiori. Interessante sarà valutare la produzione di tutte le varietà il prossimo anno.
Quali interventi sono previsti nella prossima stagione per il miglioramento?
Sicuramente riusciremo a migliorare ed affinare le tecniche agronomiche di coltivazione e di raccolta, avendo già un anno di esperienza alle spalle. Stiamo anche prendendo in considerazione
la fattibilità di aumentare il campo sperimentale ed inserire anche varietà americane, che sembrano avere un’ottima adattabilità ai nostri ambienti di coltivazione.
Le analisi sugli alfa-acidi ci permetteranno inoltre di capire la qualità del nostro luppolo raccolto per poi testarli nel processo di burrificazione e verificare se differenti condizioni climatiche e di terreno possono modificarne la resa qualitativa.
Quanta parte di raccolto pensate di sfruttare per le vostre produzioni (per birrifici ed homebrewers)?
Una parte del luppolo raccolto lo abbiamo destinato alle analisi degli alfa acidi e del profilo aromatico, e grazie al supporto dell’Università degli Studi di Udine faremo delle prove di
birrificazione. Inoltre avendo destato interesse e curiosità al livello nazionale e regionale, diversi micro birrifici in zona si sono resi disponibili per provare il nostro luppolo.
8) Utilizzerete i fiori per qualche altro scopo, diverso dall’impiego per la birra?
Una parte del progetto FuturbioErbe prende in considerazione le piante autoctone e per questo stiamo svolgendo in parallelo delle prove su alcuni ecotipi di luppolo locale per esaminare il
contenuto in alfa-acidi e per raccogliere i giovani germogli primaverili, i quali sono molto apprezzati e utilizzati nella cucina regionale friulana.
Cogliamo anche l’occasione per invitare tutti gli interessati a seguire il nostro blog: futurbioerbe.wordpress.com/ dove settimanalmente aggiungiamo novità, risultati, articoli e foto
inerenti la sperimentazione del progetto FuturBioErbe. Inoltre saremo contenti di farvi vedere il nostro campo sperimentale e mostrarvi i risultati della ricerca.
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