venerdì 13 gennaio 2012

Intervista a Doc

Per dirla alla Marzullo, benvenuti signori in questo giorno, come ogni giorno con il nuovo blog del palinsesto di Convivor.
Oggi avremmo con noi Antonio Di Gilio, detto Doc, presidente dell'associazione Brasseria Veneta. Percorreremo le tappe della passione, per la birra, del Doc fino a dare uno sguardo sul mondo della birra artigianale in Italia. 
L'intervista è l'appuntamento che chiude la settimana del blog. 
Un modo per conoscere e per conoscerci. E allora vediamo cosa ci ha raccontato il Doc...
NOME D’ARTE: Doc
ASSOCIAZIONE: Brasseria Veneta
SITOWEB: www.brasseriaveneta.org www.misterdoc.altervista.org
APPASSIONATO DAL: 2006
Come nasce la passione per la birra e per l’homebrewing?  
Anche se puo’ sembrare strano, nasce per caso, parlando con l’autista della corriera quando andavo a San martino di Castrozza per le vacanze invernali , come dirò nel mio prossimo libro HOMEBREWER PER CASO spero pronto per la prossima primavera.
Parlaci di Brasseria Veneta, come ti è venuta questa idea e quali sono gli obbiettivi per il 2012? 
L’associazione nasce dalla voglia di far confluire le forze di alcuni amici per far conoscere la cultura birraia artigianale e la possibilità di fare la birra in casa anche in piccoli spazi, la passione e la voglia di fare qualcosa di diverso senza scopi di lucro. Per il 2012 sono previsti eventi di degustazione abbinati anche al cibo, cene in villa con il birraio, corsi per homebrewer oltre che la terza rassegna homebrewer UNA BIRRA PER TUTTI, a settembre (speriamo).
Quali sono le maggiori difficoltà che si incontrano nel portare avanti un' associazione come la vostra e come li risolvete? 
Sono soprattutto logistiche ed economiche ... a quelle logistiche di volta in volta c'è chi si rende disponibile a dare una mano. Per fortuna c’è sempre qualcuno! Per quelle economiche facciamo quel che possiamo con le nostre forze e con una gestione oculata delle risorse. Ci inventeremo qualcosa come sempre per raccogliere qualche euro in più , ora abbiamo in promozione le maglie con il logo della brasseria, molto carine...
Che homebrewer sei? Parlaci un po’ delle tue creazioni. C’è uno stile che le accomuna? 
Sono un homebrewer atipico, nel senso che mi piace molto sperimentare e non seguo uno stile dello BCJP, ma ho forse creato un mio stile personale, che fa riconoscere subito che si tratta della mia birra (vedi la Narangj)
Homebrewing è sinonimo di autocostruzione, di quale attrezzatura sei particolarmente orgoglioso? 
In particolare di quella creata per la fase di sparge che è visibile sul mio sito.
Sappiamo che la passione per la birra ha aiutato ad emergere anche un’altra passione: la scrittura, ci parli di Birrando? 
È un libro nato per gioco e per caso, raccoglie alcune delle mie migliori ricette descritte passo passo che molti altri homebrewer riproducono con soddisfazione traendo spunto proprio dal libro e modificandole a proprio piacimento o chiedendomi consiglio. Ora è sulla rampa di lancio il secondo nuovo libro che spero sia emozionante per chi lo legge.
Cosa c’è di buono e di cattivo bel mondo della birra artigianale italiana? 
Di buono la creatività, l’inventività e l’italian stiyle che contraddistingue ogni settore della vita italiana; il cattivo sta nel fatto che la birra artigianale italiana, per vari motivi, costa troppo e i produttori spesso se ne approfittano senza che ci sia una qualità altrettanto elevata.
Un argomento che divide gli appassionati è la birra agricola. Tu come la pensi sull’argomento? 
Se fatto con la vera intenzione di ridurre i costi all’origine per un prodotto qualitativamente migliore per tutti ben venga , se per fare altra speculazione su questo mondo che rappresenta ora un buon catino di raccolta allora non mi piace l’idea. Ben venga la birra a KM ZERO!
La tua birra preferita, quella che all’assaggio hai pensato: questa avrei voluto farla io? 
Bè almeno due: una è del Barley la ZAGARA e l’altra è dell’Almond22: la Pink ipa
Come vedi la birra artigianale in Italia da qui a 10 anni? 
È un settore in forte crescita ed espansione, se verrà gestito in modo da essere “popolare” avrà vita lunga altrimenti rimarranno ed emergeranno solo quelli bravi. Oggi ci sono 500 microbirrifici ... bè forse ne rimarranno di quelli esistenti un terzo in produzione se non sapranno dare qualità e quantità a prezzi contenuti e competitivi con le birre estere, altrimenti diventeranno le birre del FEUDO MEDIOEVALE.

Grazie Doc per la partecipazione. Arrisentirci a Lunedì.

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