giovedì 19 luglio 2012

Sulla birra agricola in Italia... intervista a Baladin

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Avremmo potuto fare cento, mille domande all'ospite di oggi. E' il primo birrificio artigianale in Italia sotto diversi punti di vista: per produzione, per internazionalizzazione e uno dei primi anche per anno di fondazione. Dagli inizi di quest'anno detiene il primato anche nel settore della birra agricola (come annunciato in un nostro precedente post). Potevamo fare mille domande ma ci siamo limitati a dieci e tutte incentrate su quello che ormai è un nostro tarlo: la birra agricola italiana. L'abbiamo analizzata dalla prospettiva di uno dei maggiori interpreti. 
Signore e Signori abbiamo il piacere e l'onore di ospitare sulle nostre pagine... Birra Baladin
Ecco di seguito cosa ci hanno raccontato.
1) Come prima cosa vorremmo sapere: perché di questa scelta?
Perché la birra è Terra! Da sempre è un pensiero che promuoviamo. La birra è fatta di materie prime prodotte da agricoltori che coltivano la Terra, ma non sempre questo legame viene fatto in automatico con la birra. Nel vino si percepisce subito che è un prodotto della Terra, per la birra, purtroppo non è sempre così. Ecco una, forse la principale, ragione della nostra scelta di diventare un birrificio agricolo che cioè si produce oltre il 51% del valore della materia prima; in realtà noi arriviamo all’85% della produzione del cereale impiegato che supera abbondantemente i parametri imposti dal legislatore. La nostra ambizione, inoltre, è di essere garanti della qualità degli ingredienti che utilizziamo per produrre le nostre birre.  Inoltre è la nostra volontà quella di diventare il primo birrificio agricolo d’Italia completamente autonomo e divenire agricoltori, chiaramente, ne è una tappa. C’è poi una maggiore snellezza dal punto di vista amministrativo associata ad una più equa tassazione degli utili ma perseguire questo progetto l’iter è costoso e i frutti “economici” si vedranno solamente più avanti.
2) Potete fornirci qualche numero sulla produzione delle materie prime. Che parte del fabbisogno riescono a coprire, la superficie coltivata, il numero di addetti, le zone di produzione?
Si tratta principalmente del malto d’orzo base di tutte le nostre produzioni e di una ancor modesta quantità di luppolo che ci permette di produrre Nazionale, la prima birra 100% italiana. L’orzo viene prodotto a Melfi in Basilicata dove nostro personale coltiva ben 68 ettari di terreno che sono affittati in esclusiva al birrificio. Altro terreno è coltivato in Piemonte per la produzione dei cereali da utilizzare crudi. Il luppolo è coltivato in una piantagione sperimentale di un terzo di ettaro grazie alla collaborazione dell’Istituto Agrario di Cussanio e della società Tecnogranda che con noi si sono lanciati in questa avventura.
3) La birra agricola Baladin che caratteristiche deve avere, oltre a quelle dettate dalla normativa? Cosa le distingueranno dalle altre birre agricole?
Le caratteristiche sono quelle che da sempre guidano la nostra produzione. Unicità, equilibrio nel gusto, ricerca degli aromi attraverso l’utilizzo di spezie ma anche e a volte soprattutto della fermentazione e del lievito che la rende possibile. L’orzo non solo è prodotto ma viene maltato secondo nostre specifiche tecniche. Il luppolo ha caratteristiche sue dovute alla composizione del terreno. E infine il lievito, selezionato da noi e quindi con la nostra impronta. Essere agricoltori ci permetterà di sperimentare e di non dipendere dal mercato delle materie prime.
4) Credete che la produzione brassicola agricola avrà la crescita che c'è stata per la birra artigianale, o rimarrà una "nicchia"?
Sarebbe augurabile ma visti i costi di conduzione è improbabile. Il birrificio deve adeguarsi dimensionalmente affinché possa sostenere la filiera. Nel nostro caso, riteniamo che l’equilibrio lo si avrà arrivati a 20.000 ettolitri/anno. Oggi produciamo poco meno della metà.
5) Ormai la birra agricola Baladin è realtà, ma quanto tempo c'è voluto per vedere finalmente nel bicchiere la Nazionale. La fase di ideazione e sperimentazione è stata lunga o è stato un passaggio veloce?
C’è voluto del tempo come sempre in.. Agricoltura! I primi approcci nella coltivazione dell’orzo risalgono al 2006. Mentre il luppolo è stato piantato nel 2008 e ha dato frutto per la prima volta lo scorso anno..
Teo Musso in luppolaia
6) Qual'è la materia prima con la quale avete trovato più difficoltà, quale invece vi ha dato più soddisfazione?
Quella più complessa al momento da coltivare è il luppolo, senz’ombra di dubbio. Basti pensare che l’impianto richiede pali di ben 7 metri di cui 5 fuori terra e di conseguenza occorrono tecniche di coltivazione tutt’altro che pratiche da svolgere.. L’orzo da soddisfazione, sono estensioni importanti e vederlo pronto per la trebbiatura è un vero piacere e fa assaporare il calore della terra e la bellezza della natura.
7) L'Italia, dal vostro punto di vista, può ancora puntare sul settore agricolo. Se si cosa deve cambiare?
L’Italia può e deve puntare sul settore agricolo. Cosa deve cambiare? Consapevolezza, ricerca della qualità e della vera naturalità del prodotto. L’agricoltore deve ritornare ad appassionarsi del proprio lavoro e della coltivazione e non farlo per ottenere dei contributi. Sapere a cosa serve il frutto del proprio lavoro non può che favorire questo processo di consapevolezza.
8) Oltre agli ingredienti classici, state coltivando dei prodotti particolari per la produzione della birra o delle sode?
Al momento ci stiamo concentrando sull’orzo da maltare e sul luppolo ma i pensieri vanno anche a certe spezie che già presenti nei nostri prodotti potrebbero essere coltivati direttamente. Vi terremo aggiornati ma non subito.. Per le bibite al momento non abbiamo intenzione di produrre la materia prima ma ad esempio collaboriamo ad un progetto di sostegno della Fondazione Slow Food ed acquistiamo per la nostra Cola, il frutto Cola prodotto a Kenema, Sierra Leone, in Africa, anche questa, riteniamo è una dimostrazione di attenzione all’agricoltura e al suo sostegno. II ogni caso, nostro focus è la birra e abbiamo ancora tanto da fare..
9) Prevedete uno sviluppo delle malterie in Italia?
Probabilmente delle malterie consortili e ve ne sono già di attive sul territorio. Noi nel nostro piccolo, l’ambizione di maltare piccoli quantitativi di orzo internamente per produrre i malti speciali c’è e nei prossimi tre anni cercheremo di trasformare anche questo sogno in realtà.
10) Ci dobbiamo aspettare in futuro, l'intera linea Baladin, in versione agricola?
Questo è un altro sogno e quando sogniamo poi ci viene la voglia di rendere concreto il sogno… 

A chiudere questo intervento vorrei ringraziare Birra Baladin, nella persona di Fabio MOZ Mozzone, per la disponibilità e la premura concessaci, una bellissima sorpresa.
  

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