martedì 16 dicembre 2014

Chiusura campagna luppolo 2014. Parola al Maestro Pedretti

Chi è assiduo lettore di PNZ Brewers ormai lo sa: non si può
Luppoleto

considerare conclusa la campagna annuale del luppolo se prima non è stato interpellato il Signor Luppolo in Italia.
Anche quest'anno abbiamo intervistato Mario Pedretti per avere il suo punto di vista su quest'annata per molti versi difficile.
Quindi non rubiamo altro tempo e vi lasciamo alla lettura del post.
I più sentiti ringraziamenti a Mario per la sua inesauribile disponibilità a condividere con noi le sue esperienze.     
Come verrà archiviata l'annata 2014 meteorologicamente, in pianura padana e più specificamente nel parmense?
Il 2014, climaticamente parlando e rapportando il tutto alla zona dove coltivo, per l’appunto la pianura parmense, ha avuto 
caratteristiche completamente differenti dal 2013,dove vi fu una 
primavera alquanto piovosa fino ad inizio giugno.
Il 2014 è stato molto piovoso per tutta la fase finale 
dell’inverno, vi è stata poi un’ottima primavera che ha permesso 
di adottare tutte le pratiche culturali del periodo, comprese i 
Piovosità estiva a Milano dal 1858
trattamenti fitosanitari, poi però l’estate ha davvero avuto 
caratteristiche  particolari, specialmente nel mese di luglio, con abbondante e  continua piovosità, che ha inevitabilmente fatto sviluppare diversi attacchi fungini, specie di oidio.
Il periodo di metà agosto-settembre invece è stato ottimo con 
ridotta piovosità e quindi ha favorito non poco il corretto 
svolgimento della raccolta e conseguente essiccazione.
Dal punto di vista quantitativo come è andata la raccolta del 
luppolo?
Non male, considerando che alcune varietà particolarmente 
compromesse dall’oidio,non le ho nemmeno raccolte.
Ho comunque superato in termini assoluti, il quantitativo massimo che avevo raggiunto lo scorso anno.
La qualità invece?
Come ormai assodato da qualche anno, il chinook sopra tutti in 
termini di produttività e anche di qualità e come al solito le 
varietà d’oltreoceano meglio di quelle europee, con il distinguo 
negativo purtroppo, per columbus ed in parte nugget, che come già  sopra citato, hanno sofferto molto più di altre di un massiccio attacco di oidio nel mese di luglio che ne ha compromesso quasi completamente il raccolto.
Buone anche alcune inglesi tra cui fuggle, northdown, yeoman, solo per citarne alcune.
Quali e quanti sono stati gli interventi fitosanitari?
I trattamenti che ho eseguito,sono come al solito quelli a base di solfato di rame per prevenire la peronospora e zolfo per l’oidio, ma in quest’ultimo caso purtroppo a causa della persistente  piovosità estiva, i risultati non sono stati buoni.
Il numero dei trattamenti è stato a cadenza settimanale a partire dall’ultima settimana di aprile,fino a luglio, quando a causa delle persistenti piogge, l’efficacia degli stessi è stata decisamente ridotta.
Con la comparsa dei primi fiori, smetto poi ogni tipo di trattamento anche se di superficie, per evitare di trasferire anche di poco,  residui nei coni.
Nel mio luppoleto ho riscontrato la presenza di vermi che hanno 
aggredito i fusti della pianta, portando in alcuni casi alla 
marcescenza. Visto l'annata particolare, hai riscontrato anche tu minacce nuove che non avevi incontrato prima?
A fine luglio e per tutto il mese di agosto,vi sono stati forti e continuati attacchi alle piante da parte delle larve di hyphantria cunea, meglio conosciuto col nome di “bruco americano”, che come  noto, anche sul luppolo come su molte altre
"Bruco americano"
specie vegetali in particolar modo qui in pianura padana, svolgono un’azione defogliante davvero intensa e pericolosa.
Al momento mi sono limitato, quasi quotidianamente per il periodo indicato a fare azione di prelivo delle colonie di larve, che 
solitamente sono ben individuabili in quanto formano attorno alle  foglie un intensa ragnatela che le contiene mentre continuano a svilupparsi e a divorare le foglie, asportandole completamente insieme alle parti di tralci interessati, per poi bruciare il tutto.
Non ho praticato nessun tipo di intervento ne chimico, nebiologico, ma non è da sottovalutare per il futuro qualche forma di lotta integrata, anche se la diffusione è tale da far sorgere qualche dubbio sulla sua effettiva efficacia.
Un grattacapo in più !!!!!
Si sono confermate le considerazioni varietali che avevi maturato negli precedenti anche in queste condizioni. Ce le ricordi per 
favore?
Ribadisco a pieno la migliore adattabilità delle varietà di 
provenienza americana con le dovute eccezioni di cui ho parlato in precedenza.
Probabilmente alcune di esse, tipo il columbus, hanno una 
sensibilità decisamente molto più sviluppata di altre ad attacchi di tipo fungino.
Per quanto riguarda il panorama europeo, rimarcate le dovte 
diversità, riconfermo che il clima padano è comunque non adatto a piante che solitamente trovano migliori condizioni in ambienti 
estivi molto più freschi.
Dall'alto della tua esperienza, hai consolidato qualche metodo o 
attrezzo per velocizzare o migliorare la raccolta e lo 
"spannocchiamento"?
Per il raccolto 2014 ho continuato con la solita raccolta manuale dei tralci e successivo “sgrappolamento” a mano, che è sicuramente la parte più “fastidiosa” e che richiede più tempo di tutto il ciclo di coltivazione del luppolo a livello amatoriale.
Di vantaggioso resta certamente il fatto di poter effettuare una 
accurata e minuziosa cernita del prodotto finale, cosa credo 
difficilmente realizzabile con criteri meccanici.
Sono comunque in attività per realizzare un’apparecchiatura per lo “sgrappolamento” dei tralci, che spero di poter sperimentare con il raccolto 2015.
Se son rose………
Hai implementato la coltivazione con nuove varietà?
Nel 2014 ho cercato di metter a dimora un paio di nuove varietà,
acquistando una decina di rizomi negli Stati Uniti, ma di cui sono riuscito a salvare solo una radice di Zeus.
I tempi di deposito doganale….
Dal tuo osservatorio, denoti maggiore interesse attorno alla 
coltivazione del luppolo, sono aumentati i tuoi contatti per 
richieste di informazioni e suggerimenti?
Credo davvero che ormai, come forse avevo già scritto da qualche 
parte un po’ di tempo fa, la coltivazione del luppolo in Italia, 
anche se a livello amatoriale, stia diventando a tutti gli effetti una “costola” importante e davvero complementare al movimento brassicolo sia casalingo che professionale.
Vi sono in essere ormai esperienze di coltivazione in ogni parte 
d’Italia, con un interesse che si dimostra crescente ogni anno che passa.
Oidio luppolo
I contatti con nuovi coltivatori sono ormai davvero tantissimi e vi sono anche diverse esperienze a livello universitario che ben fanno sperare per il futuro.
Particolarmente interessante è un ‘esperienza con cui collaboro con la facoltà di agraria dell’università di Padova già da qualche anno e che credo possa nel tempo dare buoni risultati.
Vi sono poi già diversi birrifici che mettono in conto l’idea di 
autoprodurre limitati quantitativi di luppolo da utilizzare in 
ricette stagionali o particolari, tipo le “Harvest” credo che anche questo sia davvero interessante e possa aprire nuove prospettive anche per il panorama artigianale italiano.
Hai qualche nuovo progetto per il futuro? 
Nulla di particolarmente rilevante,se non la sostituzione di varietà non adattabili,con altre nuove da sperimentare che spero di poter reperire con miglior fortuna nel corso del 2015 ed il continuo scambio di informazioni con tutti coloro che vorranno anche in futuro condividere questa passione.

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