martedì 25 febbraio 2014

Birra e burocrazia: intervista alla dott.ssa Paola Franz

Sempre più spesso ci capita negli ultimi 
Logo Birra Agricola
tempi di ricevere richieste di informazioni su come iniziare l'attività di birrificio agricolo.
Premesso che non ci riteniamo all'altezza 
di fornire questo tipo di informazioni ci 
siamo affidati ad una guida di alto 
livello che espleta questo tipo di
richieste ogni giorno professionalmente. 
Di seguito troverete l'intervista con la 
dott.ssa Franz Paola una consulente che 
cura e segue le pratiche igienico sanitari
di birrifici e non solo.
Buona lettura.   

Il prodotto birra agricola é una delle ultime novità del settore. Ci racconta gli sviluppi recenti dal punto di vista legislativo?
Il prodotto birra agricola come prodotto trasformato connesso all’attività agricola è stato inserito nell’elenco ufficiale con decreto del Ministero dell’economia 5 agosto 2010, prevedendo la produzione di malto e birra.  Si tratta del decreto ministeriale previsto con cadenza biennale (il precedente è del 11 luglio 2007 che ha avuto effetto per i periodi d’imposta 2008 e 2009) mediante il quale vengono elencati i beni che, se ottenuti nell’ambito della attività di manipolazione e trasformazione di prodotti agricoli ottenuti prevalentemente dal fondo o dal’allevamento, rientrano nella tariffa catastale agevolata. Significa che il maggior reddito derivante dalla lavorazione dei prodotti agricoli non è soggetto ad alcuna tassazione e riguarda le persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali. L’inserimento era dovuto, tenuto conto che i prodotti alcolici da sempre sono considerati agricoli come il vino e quindi del tutto coerente l’inserimento anche della birra, così come anche altri prodotti  di nuovo inserimento che a tutti gli effetti sono considerati ora agricoli come il pane, grappa, altri vini a base di frutta.
Si tratta di un'opportunità, in particolare, per le imprese agricole impegnate nella coltivazione del grano soprattutto se coinvolte nell'attività agrituristica e di vendita diretta, che possono così trovare una importante occasione di integrazione del proprio reddito.
Molti tra gli interessati hanno conosciuto la birra artigianale producendola in casa. Quali adeguamenti sono richiesti, dal punto di vista impiantistico, per passare da produttore di birra casalinga a birra agricola?
Da un punto di vista impiantistico, secondo me, il vincolo maggiore deriva dalla normativa fiscale (Agenzia delle Dogane – ex-UTIF) relativa alle accise di produzione birre da versare, a questo proposito l’impianto deve disporre di apposito conta litri o altro misuratore di energia per la produzione che deve essere sigillato dalla Agenzia delle Dogane (ex UTIF). Per semplificare l’adempimento del magazzino fiscale del prodotto birra, è uscita una recente normativa “direttoriale dell’Agenzia delle Dogane (n°140839 del 4/12/2013) con entrata in vigore il 4/2/2014, che disciplina queste nuove realtà dei microbirrifici (con produzione annua < 10.000hl)  inclusi anche quelli agricoli. Prima il microbirrificio era considerato e sottoposto alla stessa normativa dell’industria birraia che produce quantitativi ben
Contalitri fiscale
superiori a 10.000 hl. Da non dimenticare un altro vincolo per godere delle agevolazione fiscali specifiche per il mondo agricolo e cioè che le materie prime ( in questo caso orzo o anche luppolo) devono derivare da proprie produzioni almeno per almeno il 51%.
Quali sono invece i requisiti dei locali di produzione, dal punto di vista igienico sanitario?
Da un punto di vista igienico sanitario i requisiti sono quelli previsti per qualsiasi attività alimentare, cioè quelli previsti nell’allegato II del Reg 852/2004, quindi rimando al suddetto Regolamento per i dettagli.
Ci sono delle dimensioni o numero di ambienti minimi, per legge, per poter intraprendere la produzione di birra? Laboratorio dimensionato alla capacità produttiva dei fermentatori, dell’impianto,  inoltre deve essereci il bagno con antibagno e spogliatoio per l’addetto le cui dimensioni dipendono dal n° degli addetti, magazzino prodotti finiti, magazzino materie prime e imballaggi, zona imbottigliamento.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontra un'azienda agricola nel diventare produttore di birra? 
Disponibilità di capitali da investire per i locali, attrezzare i locali con impianti anche se piccoli, e accessori vari. La burocrazia sia per la parte di autorizzazione sanitaria per l’idoneità dei locali da un punto di vista igienico-sanitario, che non sempre come viene realizzata la planimetria con lay-out del flusso produttivo trova consenso da parte degli uffici competenti e quindi ciò crea lungaggini nell’avvio, sia da parte dell’Agenzia delle Dogane per la serie di ottemperanze, anche se adesso molto semplificate con la recente normativa di cui sopra, previste per  il controllo fiscale della produzione di alcolici su cui calcolare le accise.  
Si sta assistendo ultimamente alla nascita di consorzi e rete di imprese per supplire al problema dell'ottenimento del malto, a partire dall'orzo aziendale. Che idea si é fatta a riguardo, ritiene sia questa la via migliore?  
L’idea dei consorzi e sistemi di cooperazioni rappresentano il futuro, in vista anche della razionalizzazione e contenimento dei costi, tempi burocratici e per sopravvivere alla forte competitività. In particolare riporto l’esperienza degli agriturismi (Associazione Turismo verde CIA) della provincia di Treviso, le aziende agrituristiche interessate si sono consorziate  per la produzione della birra agricola esternamente presso un microbirrificio, conferendo le loro materie prime almeno al 51% e il resto acquistandolo, elaborando una loro etichetta comune. In questo modo, ovviando alla realizzazione di un microbirrificio agricolo con i relativi costi e burocrazia, sopperendo anche alla eventuali necessità di materie prime. 
Con la nascita degli agriturismo, si é visto il proliferare di ristoranti che sono diventate aziende agricole e di aziende agricole che hanno istituito dei veri e propri ristoranti che hanno poco da spartire con le aziende agricole originarie. Ritiene che sia un rischio che corre anche la birra agricola? 
Il prodotto birra per il mondo agricolo è qualcosa di nuovo, tante aziende agricola sono alla ricerca di informazioni, di voglia di lanciarsi in questo nuovo business, nell’ottica di diversificare. La possibilità a livello normativo è stata offerta di recente, con la nuova normativa di cui sopra (della Agenzia delle Dogane) relativa ai micro birrifici < 10.000hl. Stiamo a vedere le evoluzioni, legate molto alla disponibilità di capitali da investire da parte delle aziende agricole. 
Può riassumerci in punti le adempienze che un'azienda agricola deve svolgere per diventare birrificio? 
In breve, autorizzazione sanitaria che comporta avere a disposizione locali idonei da un punto di vista igienico-
Layout fabbrica di birra
sanitario con un lay-out produttivo  cosiddetto “a marcia avanti o unidirezionale, nel senso che le varie fasi produttive non devono incrociarsi; ciò comporta costruzione ex-novo di strutture con locali oppure adeguamento di locali esistenti, di conseguenza concessioni edilizie comunali. Poi c’è l’aspetto relativo agli scarichi reflui in particolare derivanti da lavaggio impianti, valutazione delle modalità se con allacciamento in fognatura o tramite sistema con vasche di raccolta e poi smaltimento reflui di lavaggio tramite ditta autorizzata, che se la struttura già esiste possono essere necessari interventi strutturali di modifica dell’esistente. Non ultimo l’UTIF (Agenzia delle Dogane) che sulla base della nuova normativa in vigore dal 4/2/2014 sono state introdotte delle semplificazioni per i microbirrifici, richiedendo solo un’apparecchiatura per il conteggio della produzione su cui vengono posti i sigilli per il calcolo delle accise. Sempre a questo proposito (UTIF) c’è l’invio che a breve sarà solo telematico dei registri di carico e scarico di produzione, quindi bisognerà che l’azienda agricola si doti di idonei supporti telematici. 
Tra i birrifici artigianali sono sorte attività che non prevedono la produzione ma soltanto la commercializzazione. Sono previste digressioni simili anche per birrifici agricoli?
Perché no, la mera commercializzazione del prodotto agricolo “birra”, potrebbe essere affidata ad un consorzio costituito da aziende agricole, bisogna vedere come si evolvono i mercati, le normative, le esigenze dei consumatori, ecc
Per chi fosse interessato ad approfondire il tema come può contattarLa e che tipo di consulenza offre?
Può contattarmi via mail (paolafranz68.pf@gmail.com).La mia consulenza è di tipo igienico-sanitario, elaborazione di piani di autocontrollo (HACCP) con espletamento anche delle pratiche per autorizzazione sanitaria, gestione rapporti con i controlli ufficiali, pratiche relative alle autorizzazione reflui,  pratiche di denuncia attività presso UTIF per le birre, varie ed eventuali.

Ringraziamo la Dott.ssa Franz per la disponibilità accordataci e per aver accettato di condividere tutte queste informazioni con noi.   

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