giovedì 22 dicembre 2011

Il punto sulla birra agricola in Italia

In conclusione di questo 2011, vorremmo fare due parole sulla birra agricola in Italia.
E' un fenomeno che, proprio nel corso di quest'anno, ha avuto un grosso sviluppo, con addirittura una festa nazionale, tenutasi in Ottobre. Il tutto ha inizio nelle Marche con Copagri e Co.bi. che hanno intrapreso questa importante sfida, riuscendo nel 2010 a vedere la pubblicazione del decreto 212/2010 che equipara la birra a prodotto agricolo.
Da quello che siamo riusciti a capire, non sembra che il decreto inquadri in maniera precisa il prodotto birra agricola. Si parla di un 51% di materie prime che devono essere prodotte in azienda (ovviamente esclusa l'acqua), ma non si capisce se, quella metà più uno, faccia riferimento al valore economico o alla quantità in peso. Cosa, come potete immaginare, ben diversa visto gli ingredienti che normalmente si utilizzano nella birra (malto d'orzo o altri cereali, luppolo e lievito).
Aldilà di questi chiarimenti dovuti, abbiamo visto in  questo periodo la nascita anche di birre al 100% prodotte in azienda agricola. Le occasioni di assaggio hanno evidenziato che alcuni di questi prodotti sono, dal punto di vista qualitativo, ancora uno scalino sotto rispetto alle birre artigianli che si trovano solitamente in commercio. Se le nostre valutazioni sono corrette alcune di queste responsabilità sono imputabili al malto. Per quanto riguarda il luppolo invece i progressi sono "al naso" di tutti. Gli esempi di birra agricola fortemente caratterizzata dall' humulus lupulus sembrano essere già di buon livello, con aromi convincenti. Le problematiche riscontrate da chi sta guardando alla birra agricola come un possibile sbocco, riguardano i cereali:infatti è difficile reperire maltatori in Italia che riescano a garantire la tracciabilità del prodotto oltre ad un risultato finale di alta qualità, paragonabile agli storici maltatori degli altri paesi europei. Il divario è, a nostro parere, comunque destinato a ridursi con il tempo. Per quanto riguarda il luppolo, i problemi riscontrati riguardano la mancanza di prodotti fitosanitari da utilizzare nei luppoleti.
Inoltre l'assenza nel mercato di attrezzature adatte alla coltivazione del luppolo costituisce  un limite non indifferente. Ricordiamo ad esempio che le piante raggiungono facilmente 8-9 mt d'altezza. 
Per ovviare a questo problema sembra svilupparsi nel nostro paese un tentativo di coltivazione all'italiana, simile per certi versi a quella inglese, che vede la crescita ridotta, in altezza, della pianta. Ci troviamo però ancora in una fase di difficile reperibilità dei rizomi per l'impianto e di ricerca di varietà che meglio si adattano al clima e microclima della zona di impianto.            
Per concludere, tra i pur pochi assaggi che abbiamo avuto il piacere di fare, ci sentiamo di segnalarvi Birra Zimella, a noi è piaciuta molto la Dorata e speriamo di aver presto l'occasione di visitare l'azienda. 
Voi cosa ne pensate della birra agricola italiana? Ne avete assaggiata o avete provato a coltivare qualche ingrediente?

2 commenti:

  1. I am beginning to research this subject and hope to open a hop farm in Italy. Who else is already doing this? You mention Zimella. Isn't Baladin also growing their own hops?

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  2. Hi Will, thanks for your post.
    Baladin, as you can read on following post, is now officially an Agri brewers, growing his hop as well. For sure Zimella with great results and all the partners of Co.bi, in the Marche region. Soon we will publish an interview with an italian hop grower.

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