Luppoleto |
considerare conclusa la campagna annuale del luppolo se prima non è stato interpellato il Signor Luppolo in Italia.
Anche quest'anno abbiamo intervistato Mario Pedretti per avere il suo punto di vista su quest'annata per molti versi difficile.
Quindi non rubiamo altro tempo e vi lasciamo alla lettura del post.
I più sentiti ringraziamenti a Mario per la sua inesauribile disponibilità a condividere con noi le sue esperienze.
Il 2014,
climaticamente parlando e rapportando il tutto alla zona dove coltivo, per
l’appunto la pianura parmense, ha avuto
caratteristiche completamente differenti
dal 2013,dove vi fu una
primavera alquanto piovosa fino ad inizio giugno.
Il 2014 è stato
molto piovoso per tutta la fase finale
dell’inverno, vi è stata poi un’ottima
primavera che ha permesso
di adottare tutte le pratiche culturali del
periodo, comprese i
Piovosità estiva a Milano dal 1858 |
trattamenti fitosanitari, poi però l’estate ha davvero avuto
caratteristiche particolari, specialmente nel mese di luglio, con abbondante e continua piovosità, che ha inevitabilmente fatto sviluppare diversi attacchi fungini, specie
di oidio.
Il periodo di metà
agosto-settembre invece è stato ottimo con
svolgimento della raccolta
e conseguente essiccazione.
Dal punto di vista quantitativo come è andata la raccolta del
luppolo?
Non
male, considerando che alcune varietà particolarmente
compromesse dall’oidio,non
le ho nemmeno raccolte.
Ho
comunque superato in termini assoluti, il quantitativo massimo che avevo
raggiunto lo scorso anno.
La qualità invece?
Come
ormai assodato da qualche anno, il chinook sopra tutti in
termini di
produttività e anche di qualità e come al solito le
varietà d’oltreoceano
meglio di quelle europee, con il distinguo
negativo purtroppo, per columbus ed in
parte nugget, che come già sopra citato, hanno sofferto molto più di altre di un
massiccio attacco di oidio nel mese di luglio che ne ha compromesso quasi completamente il raccolto.
Buone
anche alcune inglesi tra cui fuggle, northdown, yeoman, solo per citarne alcune.
Quali e quanti sono stati gli interventi fitosanitari?
I
trattamenti che ho eseguito,sono come al solito quelli a base di solfato di
rame per prevenire la peronospora e zolfo per l’oidio, ma in quest’ultimo caso
purtroppo a causa della persistente piovosità estiva, i risultati non sono stati
buoni.
Il
numero dei trattamenti è stato a cadenza settimanale a partire dall’ultima
settimana di aprile,fino a luglio, quando a causa delle persistenti
piogge, l’efficacia degli stessi è stata decisamente ridotta.
Con
la comparsa dei primi fiori, smetto poi ogni tipo di trattamento anche se di
superficie, per evitare di trasferire anche di poco, residui nei coni.
Nel mio luppoleto ho riscontrato la presenza di vermi che hanno
aggredito i fusti della pianta, portando in alcuni casi alla
marcescenza. Visto
l'annata particolare, hai riscontrato anche tu minacce nuove che non avevi
incontrato prima?
A
fine luglio e per tutto il mese di agosto,vi sono stati forti e continuati
attacchi alle piante da parte delle larve di hyphantria cunea, meglio conosciuto
col nome di “bruco americano”, che come noto, anche sul luppolo come su molte
altre
specie vegetali in particolar modo qui in pianura padana, svolgono
un’azione defogliante davvero intensa e pericolosa.
"Bruco americano" |
Al
momento mi sono limitato, quasi quotidianamente per il periodo indicato a fare
azione di prelivo delle colonie di larve, che
solitamente sono ben individuabili
in quanto formano attorno alle foglie un intensa ragnatela che le contiene
mentre continuano a svilupparsi e a divorare le foglie, asportandole
completamente insieme alle parti di tralci interessati, per poi bruciare il
tutto.
Non
ho praticato nessun tipo di intervento ne chimico, nebiologico, ma non è da
sottovalutare per il futuro qualche forma di lotta integrata, anche se la
diffusione è tale da far sorgere qualche dubbio sulla sua effettiva efficacia.
Un
grattacapo in più !!!!!
Si sono confermate le considerazioni varietali che avevi maturato negli
precedenti anche in queste condizioni. Ce le ricordi per
favore?
Ribadisco
a pieno la migliore adattabilità delle varietà di
provenienza americana con le
dovute eccezioni di cui ho parlato in precedenza.
Probabilmente
alcune di esse, tipo il columbus, hanno una
sensibilità decisamente molto più
sviluppata di altre ad attacchi di tipo fungino.
Per
quanto riguarda il panorama europeo, rimarcate le dovte
diversità, riconfermo che
il clima padano è comunque non adatto a piante che solitamente trovano migliori
condizioni in ambienti
estivi molto più freschi.
Dall'alto della tua esperienza, hai consolidato qualche metodo o
attrezzo per velocizzare o migliorare la raccolta e lo
"spannocchiamento"?
Per
il raccolto 2014 ho continuato con la solita raccolta manuale dei tralci e
successivo “sgrappolamento” a mano, che è sicuramente la parte più “fastidiosa”
e che richiede più tempo di tutto il ciclo di coltivazione del luppolo a
livello amatoriale.
Di
vantaggioso resta certamente il fatto di poter effettuare una
accurata e
minuziosa cernita del prodotto finale, cosa credo
difficilmente realizzabile con
criteri meccanici.
Sono
comunque in attività per realizzare un’apparecchiatura per lo “sgrappolamento”
dei tralci, che spero di poter sperimentare con il raccolto 2015.
Se
son rose………
Hai implementato la coltivazione con nuove varietà?
Nel
2014 ho cercato di metter a dimora un paio di nuove varietà,
acquistando una
decina di rizomi negli Stati Uniti, ma di cui sono riuscito a salvare solo una
radice di Zeus.
I
tempi di deposito doganale….
Dal tuo osservatorio, denoti maggiore interesse attorno alla
coltivazione del luppolo, sono aumentati i tuoi contatti per
richieste di
informazioni e suggerimenti?
Credo
davvero che ormai, come forse avevo già scritto da qualche
parte un po’ di tempo
fa, la coltivazione del luppolo in Italia,
anche se a livello amatoriale, stia
diventando a tutti gli effetti una “costola” importante e davvero complementare
al movimento brassicolo sia casalingo che professionale.
Vi
sono in essere ormai esperienze di coltivazione in ogni parte
d’Italia, con un
interesse che si dimostra crescente ogni anno che passa.
Oidio luppolo |
I
contatti con nuovi coltivatori sono ormai davvero tantissimi e vi sono anche
diverse esperienze a livello universitario che ben fanno sperare per il futuro.
Particolarmente
interessante è un ‘esperienza con cui collaboro con la facoltà di agraria
dell’università di Padova già da qualche anno e che credo possa nel tempo dare
buoni risultati.
Vi
sono poi già diversi birrifici che mettono in conto l’idea di
autoprodurre
limitati quantitativi di luppolo da utilizzare in
ricette stagionali o
particolari, tipo le “Harvest” credo che anche questo sia davvero interessante e
possa aprire nuove prospettive anche per il panorama artigianale italiano.
Hai qualche nuovo
progetto per il futuro?
Nulla di particolarmente
rilevante,se non la sostituzione di varietà non adattabili,con altre nuove da
sperimentare che spero di poter reperire con miglior fortuna nel corso del 2015
ed il continuo scambio di informazioni con tutti coloro che vorranno anche in futuro condividere questa passione.
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